Cosa è Cuco

Cuco sta per Cura del Comune.

È anche il nome di un uccello ma scritto male.


Sulle impronte dell’ecofemminismo e della nonviolenza, cerchiamo un filo conduttore che, attraverso la cura e la tutela dei beni comuni, sappia riunire le problematiche che affrontiamo oggi, invece di dividerle e frammentarle, ognuna da risolvere come un enigma a sé stante.

Al momento è attivo un progetto sulla “questione digitale“: un problema di salute mentale, tanto quanto lo è di polarizzazione, di genere e di sessismo, di privatizzazione degli spazi comuni, di estrattivismo, di incapacità di porsi dei limiti e uscire dall’ideologia della crescita infinita, di delegittimazione della democrazia. Non un problema tecnologico, ma culturale.

Forse in futuro ci sarà altro.

Al momento, Cuco è un gruppo informale. È, e sempre sarà, senza scopo di lucro.

Per informazioni: cuco@inventati.org


Cosa è la cura?

Oggi si sente parlare molto di “crisi della cura”. Spesso collegata ai dibattiti sulla “mancanza di tempo”, sull’”equilibrio tra famiglia e lavoro” e sull’”erosione sociale”, questa espressione si riferisce alle pressioni, provenienti da diverse direzioni, che attualmente stanno comprimendo un insieme fondamentale di capacità sociali: quelle necessarie a generare e a crescere i figli, a prendersi cura degli amici e dei familiari, a mantenere le famiglie e le comunità più ampie e, più in generale, a sostenere i legami sociali. Questa attività che chiamerò di “riproduzione sociale” – è stata storicamente assegnata alle donne, sebbene anche gli uomini ne abbiano sempre svolto una parte. Tale lavoro, sia affettivo sia materiale, è indispensabile alla società, pur essendo spesso eseguito senza alcuna remunerazione. In sua assenza non ci potrebbe essere alcuna cultura, economia, né organizzazione politica. Nessuna società che mettesse sistematicamente a repentaglio la riproduzione sociale potrebbe durare a lungo.

Nancy Fraser, La fine della cura. Le contraddizioni sociali del capitalismo contemporaneo, trad. da Leonard Mazzone (Mimesis, 2017), 11.

Altri approfondimenti saranno disponibili più avanti.